Addio Richard !
Richard Wright (a destra) accanto al chitarrista David Gilmour
Stroncato da un tumore a 65 anni, muore a Londra, all’età di 65 anni
Richard Wright, uno dei fondatori dei Pink Floyd. Tastierista e
pianista ma anche vocalista per il gruppo rock-psichedelico di
Cambridge, Wright è morto al termine di una lunga battaglia contro un
tumore.
La morte di Wright segue di poco più di due anni quella di un altro dei
fondatori della band inglese, Syd Barrett – cantante, autore,
chitarrista – che abbandonò i Pink Floyd nel 1968. Fu proprio l’uscita
di scena di Barrett, che perseguì una carriera da solista, a fare di
Wright il compositore melodico del gruppo. Partecipò alla composizione
di alcuni brani degli album «Dark Side Of The Moon» e «Wish You Were
Here».
La sua militanza nella band fu però segnata da una
certa discontinuità a causa di alcune divergenze con Roger Waters,
altro fondatore del gruppo, che lo constrinsero ad abbandonare i Pink
Floyd durante la registrazione di uno degli album più conosciuti: «The
Wall». Wright intraprese la carriere da solista e fondò un altro gruppo
il cui unico album fu un vero fiasco. In seguito i Pink Floyd lo
richiamarono in alcune tournée e collaborò ai lavori successivi della
band.
LA SUA FIRMA – Wright è l’autore di alcune canzoni come The Great Gig In The Sky e Us And Them e On the Run nel disco del 1973 The Dark Side Of The Moon,
che sono entrate nella storia del rock. Lasciò la band agli inizi degli
anni ’80 per dedicarsi all’attività di solista, per poi rientrare nel
gruppo per partecipare al nuovo cd A Momentary Lapse of Reason,
all’indomani della dolorosa separazione, nel 1985, tra Roger Waters e
il resto del gruppo, capitanato da David Gilmour, il virtuoso
chitarrista subentrato nel 1968 a Syd Barrett. Wright ha dato anche un
contributo importante alla nascita dell’ultimo grande album dei Pink
Floyd, The Division Bell.
ARCHITETTO MANCATO – La lotta di Richard Wright contro la
malattia è stata «breve», come ha comunicato la famiglia. Nato in una
famiglia benestante nel quartiere di Hatch End a Londra, Wright
frequenta da studente il London College of Music, dove ha il suo primo
contatto con la musica. Abbandona però le lezioni di pianoforte dopo
appena due settimane per iscriversi alla facoltà di architettura al
politecnico di Regent Street. Qui conosce Roger Waters e Nick Mason, ma
ben presto abbandona gli studi per seguire la sua passione per la
musica. Nel 1965 i tre, insieme a Syd Barrett, fondano i Pink Floyd.
Dopo l’uscita di Syd Barrett, Wright diventa il compositore melodico
del gruppo. La somiglianza della sua voce con quella del chitarrista
subentrato a Barrett, David Gilmour, viene sfruttata per creare in
alcune canzoni effetti sonori entrati nella storia della musica.
L’ESILIO – Wright, che ha contribuito in modo decisivo all’elaborazione dicelebri brani dei Pink Floyd, come A Saucerful of Secrets, Echoes, e Shine on You Crazy Diamond, fu di fatto esiliato da Waters durante la registrazione del mitico doppio The Wall
(divenuto un film sotto la regia di Alan Parker). A convincere alla
cacciata il padre-padrone del gruppo erano stati i problemi personali
di Wright, il divorzio e, probabilmente, un eccessivo uso di cocaina
(peraltro sempre smentito dall’interessato). Wright continuò a suonare
nelle tournée del 1980 e 1981, ma solo come musicista stipendiato.
L’album successivo, The Final Cut (1983), è l’unico a cui Rick
Wright, ormai definitivamente allontanato dal gruppo, non contribuisce.
Nonostante questo, lui e il batterista Nick Mason sono i soli
componenti del gruppo ad aver suonato in ogni concerto dei Pink Floyd,
posto che The Final Cut non ebbe alcun tour promozionale.
IL RITORNO – Wright fu richiamato da Gilmour per dare una mano durante le session conclusive di A momentary lapse of reason (1987) per venir reintegrato a pieno titolo come membro del gruppo con l’album Delicate Sound of Thunder (1988). Nell’album successivo, Division Bell (1994), scrisse cinque canzoni e cantò Wearing the Inside Out,
certificando la sua personale rinascita artistica. Da un punto di vista
strumentale i Pink Floyd devono a Richard Wright la costruzione del
«muro sonoro» sul quale si stagliavano gli epici assoli di Gilmour.
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